Tuesday, July 31, 2007

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Tuesday, July 3, 2007

Un nuovo passo avanti nel consolidamento dei rapporti Italia-Cina


COMUNICATO STAMPA
Un nuovo passo avanti nel consolidamento dei rapporti Italia-Cina

Università degli Studi di Milano e Fondazione Italia Cina insieme per dare un contributo alla formazione della nuova classe dirigente cinese

Milano, 2 luglio 2007 - La convenzione firmata oggi da Cesare Romiti, Presidente della Fondazione Italia Cina ed Enrico Decleva, Rettore dell’Università degli Studi di Milano, aggiunge un tassello fondamentale nel processo di rafforzamento delle relazioni istituzionali tra i due Paesi. L’accordo di collaborazione intende incoraggiare l’inserimento dei giovani cinesi che decidono di compiere i loro studi in Italia, promuovendo una serie di azioni volte a garantire loro un’accoglienza di qualità, capace di rappresentare la cornice ideale nella quale inserire il proprio processo di formazione, avviando allo stesso tempo un percorso globale di conoscenza del contesto sociale e culturale del nostro Paese. I dati dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino mostrano un forte incremento di interesse da parte degli studenti cinesi verso l’offerta formativa italiana. Se le pre-iscrizioni verranno confermate, per l’anno accademico 2007-08 ben 956 studenti cinesi, tra lauree e lauree magistrali, si iscriveranno alle nostre Università; nel 2005-06 il numero aveva sfiorato le 500 unità.

Azione prioritaria per agevolare l’inserimento degli studenti cinesi in Italia, ed elemento centrale del Programma Marco Polo avviato dalla CRUI, è l’organizzazione da parte degli atenei di corsi propedeutici di italiano, che assicurino una conoscenza adeguata e possibilmente certificata della lingua agli studenti cinesi che si pre-immatricolano alle Università italiane. L’accordo siglato a ottobre 2006 tra Governo italiano e Governo cinese ha tra l’altro stabilito che la frequenza in Italia del corso accademico di lingua italiana faciliti il rilascio del visto d’ingresso per studio.

Anche in virtù della fitta rete di relazioni culturali e scientifiche che la lega alla Cina, l’Università di Milano è stata tra le prime in Italia a impegnarsi nell’accoglienza degli studenti cinesi organizzando i corsi di italiano. In base all’accordo formalizzato oggi, grazie al sostegno e alla attiva collaborazione della Fondazione Italia Cina, che come è noto lavora al miglioramento dei rapporti tra i due Paesi operando su numerosi fronti, gli studenti cinesi hanno l’opportunità di svolgere alla Statale di Milano un’esperienza formativa globale di accostamento alla realtà del nostro Paese: un bagaglio indispensabile per avviare successivamente, nelle migliori condizioni, la loro esperienza di studi in un’università italiana.

L’esperienza formativa proposta dall’Ateneo milanese in collaborazione con la Fondazione Italia Cina prevede un corso semestrale, in cui il momento centrale della formazione linguistica è integrato da incontri-conversazioni su temi di cultura e storia italiana, da attività di orientamento alla scelta del corso di studio e da un menu di iniziative che consentono agli studenti di vivere pienamente il contatto con la realtà culturale della città di Milano, familiarizzando anche con gli aspetti socio-economici del territorio. La formazione linguistica ha come obiettivo primario il raggiungimento dell’autonomia comunicativa secondo il livello soglia, o livello B1, del Quadro Comune Europeo. Qualora lo richiedano, agli studenti viene data l’opportunità di acquisire la certificazione CILS e la certificazione PLIDA commerciale della Società Dante Alighieri, con la quale l’Ateneo ha stipulato un’apposita convenzione. A disposizione degli studenti che frequentano il corso in Statale, 12 tutor, che li seguono in ogni fase del loro soggiorno con funzione di facilitatori linguistici e mediatori culturali, per permettere loro un inserimento ottimale nell’ambiente milanese.

La collaborazione attivata con l’Università degli Studi di Milano è parte della missione della Fondazione Italia Cina, che identifica nella formazione uno strumento di primaria importanza, per stabilire relazioni economiche e istituzionali efficaci e continuative. Infatti, la formazione ha acquisito un ruolo di primo nel Programma della Fondazione: Corso Business China rivolti a manager italiani e cinesi; Chinese Executive Training, che partirà il prossimo ottobre; la costituzione di un database di curriculum vitae di taglio “cinese” a cui si accede tramite Internet, per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Questo è il contesto che fa da sfondo all’accordo firmato oggi, che formalizza il sostegno dato dalla Fondazione Italia Cina all’Università Statale nella gestione della presenza degli studenti cinesi, con particolare riferimento alle azioni volte ad arricchire, completandolo, il percorso di formazione linguistica svolto in Ateneo. Il Presidente della Fondazione Italia Cina, Cesare Romiti, ha dichiarato al riguardo: “La Fondazione appoggia numerose iniziative nel campo della formazione che, attraverso l’accordo con autorevoli e affermati partner, permettono di porre le basi per solide relazioni future. L’accordo con l’Università degli Studi di Milano consentirà agli studenti cinesi di imparare la nostra lingua, studiare nelle nostre Università e stabilire così un legame con l’Italia che sarà forte anche quando questi costituiranno la futura classe dirigente della Cina”.

L’Università degli Studi di Milano vanta una prestigiosa tradizione di studi sull’Asia e sulla Cina contemporanea in particolare: recentemente è stato istituito il Centro interdipartimentale di studi e ricerche sull’Asia contemporanea, mentre le qualificate competenze nelle lingue orientali presenti in Ateneo hanno consentito lo sviluppo di percorsi formativi, assai seguiti, dedicati alle lingue e culture giapponese, hindi e soprattutto cinese. La Statale ha inoltre maturato una notevole esperienza nell’insegnamento dell’italiano per stranieri: il Centro “G. e C. Feltrinelli” promuove apprezzati corsi estivi di lingua e cultura italiana per stranieri nella sede universitaria di Gargnano del Garda. Il Rettore Enrico Decleva ha dichiarato: “L’accordo con la Fondazione Italia Cina, alla quale va il mio ringraziamento più vivo, ci permette di consolidare ulteriormente un processo avviato da tempo, teso a dare all’Università degli Studi di Milano un ruolo particolarmente attivo nello sviluppo di relazioni con la Cina nei campi e per le competenze che le sono proprie. Un numero più elevato di giovani cinesi che impareranno l’italiano vuol dire un numero più alto di giovani cinesi inseriti con profitto nei nostri percorsi universitari con la prospettiva di svolgere poi ruoli significativi e utili nelle relazioni, in forte incremento, come sappiamo bene, tra i due Paesi. Anche perché a quello che facciamo per gli studenti cinesi in Italia corrisponde quanto facciamo, ormai da vari anni, e con impegno crescente, per gli studenti italiani interessati alla Cina, alla sua lingua, alla sua cultura, ai vari ambiti dei reciproci rapporti”.

Fondazione Italia Cina
Thomas Rosethal, Bruno Savona - Tel. 02 72000000

SEC Relazioni Pubbliche
Giorgia Bruno - Tel. 02 624999.1 - bruno@secrp.it

Università degli Studi di Milano - Ufficio Stampa
Anna Cavagna - Tel. 02 50312983 - ufficiostampa@unimi.it

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Sunday, July 1, 2007

China Closes Ozone Depleting Chemical Plants


A contribution to avert a global health catastrophe

Chiangshou,China 1 July 2007 - China, the world's largest producer of chlorofluorocarbons (CFC) and halon, today shut down five of its six remaining plants, putting the country two and a half years ahead of the Montreal Protocol's 2010 deadline for phase-out of the two ozone depleting chemicals.
The facilities were closed during a symbolic ceremony organized by Chinese authorities in recognition of chemical companies' efforts to stop manufacturing products that harm the ozone layer and as part of the global 'Remembering Our Future' initiative sponsored by the United Nations Environment Programme (UNEP).
Such chemicals contribute to weaken the Ozone layer allowing for dangerous ultraviolet radiation producing skin cancer, eye cataracts and suppression of human immune system.
Without the Montreal Protocol, levels of ozone depleting substances in the atmosphere would have increased tenfold by 2050, which could have led to up to 20 million more cases of skin cancer and 130 million more cases of eye cataracts relative to 1980.
The shut down of the five facilities, in Chiangshou City, near Shanghai, will bring China's production of CFCs to just about 550 metric tons, down from 55,000 metric tons at its peak in 1998. The remaining production is being kept strictly to produce CFCs for metered-dose inhalers, used in the treatment of asthma and chronic obstructive pulmonary disease. The phase-out of the majority of CFC production marks the second major class of ozone depleting chemicals that China has ceased to produce. China has also recently ended the production of halon for emissive use, in other words, any use that will have the chemical eventually end up in the atmosphere.
China became the largest producer of ozone depleting chemicals following the shut down of plants producing these chemicals in developed countries in 1996. The closure of the Chinese plants now puts India and South Korea as leading producers of the two ozone depleting chemicals in Asia Pacific, with a remaining combined production level of about 15,000 m/tons.
Achim Steiner, UN Under Secretary-General and Executive Director of the United Nations Environment Programme (UNEP), said: "On the 20th Anniversary of the Montreal Protocol, with more than 95% of the ozone depleting substances being phased out, the Protocol is among the great success stories of recent years. This success underlines how, with political will, creative financing mechanisms and the support for industry and NGOs, the international community can rise to the challenge of sustainable development."
"New research findings in 2007 also confirm that the phase outs are having other positive impacts, including on climate change. Scientists calculate that, over the period 1990 to 2010, the level of reductions will also equate in climate terms to the equivalent of eight Gigatonnes of carbon dioxide a year. This is one example of a virtuous circle, and I am convinced there are many others linked not only with ozone, but across a wide array of environmental treaties and agreements," Steiner said.
Katherine Sierra, Vice President for Sustainable Development at the World Bank, said: "The closure of CFC production facilities in China is marking a significant milestone not only for the Montreal Protocol, but also for the cooperation between the Government of China and the industry in their efforts to restore the ozone layer. A depleted ozone layer would have both adverse health and economic impacts to all nations. Action taken by China today contributes significantly to the global efforts in averting the global catastrophe on human health and ecosystem "
Added Sierra: "The Multilateral Fund has enabled China to contribute to the global efforts in protecting the ozone layer on an equal footing with all other nations without compromising its goal on sustainable development."
Chlorofluorocarbons are used in refrigerators and air conditioners, while halons are found in fire extinguishers. Thirty-one CFC/halon-producing factories have already been shut down earlier by Chinese authorities with support from the World Bank and the Montreal Protocol's Multilateral Fund. Closures were made possible because China has, over the years, developed ozone-friendly alternatives and adopted alternative technologies.
"The closure of these plants demonstrates China's continued commitment to meet its obligations under this treaty to phase out these chemicals. With the closing of these facilities, industry and consumers both here and in Asia Pacific must realize that there will soon be significant reductions in ozone depleting chemicals and that we should be prepared for the changes that are to come," said Zhang Lijun, Vice Minister, State Environmental Protection Administration (SEPA).
Under the Montreal Protocol, which went into force in 1987, ozone depleting chemicals are being successfully phased out worldwide with assistance from the Montreal Protocol's Multilateral Fund. Ozone chemicals like CFCs and halon have been phased out in developed countries by 1996 except for small essential uses. By 2010, production of ozone depleting substances will be banned in developing countries, including countries in Asia and the Pacific, a region that accounts for 70 per cent of global consumption of CFC. To date, the Multilateral Fund has already financed activities to phase out of CFC consumption in more than 140 developing nations.
For more information, please contact:
Ms. Satwant Kaur, Regional Information Officer
United Nations Environment Programme Regional Office for Asia and the Pacific,
Tel: + (66 2) 288 2127; E-mail: kaur@un.org
Ms. Xiaofang Zhou, Director, Division for the Montreal Protocol
Foreign Economic Cooperation Office (FECO), State Environmental Protection Administration (SEPA), Beijing, China, P.R.
Tel No: 86 10 8857 7175 Email: zhou.xiaofang@sepafeco.org.cn

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